Piccoli Sentieri

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domenica 10 settembre 2017

Ricordi di una fantastica escursione nella Valmalenco

Era settembre del 2013 e muovevo i miei primi passi sui sentieri montani; ieri come oggi la montagna mi intimoriva, mi faceva sentire proprio quello che sono, un piccolo essere che si pone rispettoso e timoroso al cospetto della grandezza e della possente forza della Natura. Con il mio compagno di traccia Salvatore rientravamo da una due giorni di bisbocce trascorsa con amici di vecchia data a Molveno, ed avevamo in programma una sosta nella Valmalenco per intraprendere una escursione che mi sarebbe rimasta nel cuore per la bellezza delle sue splendide montagne e per l'immensità dei suoi prati sconfinati.
Quello che segue non è il classico resoconto di una escursione, non starò a descrivere passo dopo passo i sentieri percorsi e le quote raggiunte, ma cercherò di trasmettere, soprattutto attraverso le foto, tutte le emozioni che ho provato quel giorno al cospetto di tanta bellezza.
Buona lettura!




Il ghiacciaio del Pizzo Scalino e il Passo di Campagneda, 2628 metri
Il ghiacciaio dello Scalino e il Passo di Campagneda a 2.628 metri
La mattina ci eravamo alzati presto perché, mi aveva spiegato Salvatore, l'escursione che avevamo in programma era lunga e con un buon dislivello da superare. Eravamo andati a dormire la sera precedente dopo aver studiato con cura, sulla carta, il giro che aveva in mente. Confesso che non mi sentivo esattamente a mio agio: il percorso sulla carta non mi sembrava particolarmente facile, considerando che ero veramente alle prime armi; e poi mi preoccupavano le quote. Fino a quel momento al massimo avevo raggiunto i 2.017 metri dell'Alpe di Succiso, mentre si prospettava di dover superare i 2.700 metri.

Il socio aveva stabilito di abbandonare la macchina nei pressi del Bacino di Campo Moro, un lago artificiale a 2.000 metri di quota. Salendo con la macchina verso il bacino le mie preoccupazioni aumentavano. Le montagne, nere, possenti, mi sembravano minacciose ed impossibili da superare e a poco valevano le rassicurazioni del mio amico.

Lago di Alpe Gera. Il Bacino di Campo Moro si trova più in basso oltre la diga artificiale
Lago di Alpe Gera. Il Bacino di Campo Moro si trova più in basso oltre la diga artificiale

Poi finalmente ci siamo incamminati sul sentiero. Non vi dico lo stupore quando siamo arrivati sugli alpeggi dei Laghi di Campagneda. Uno spettacolo d'altri tempi, prati verdissimi, animali tranquillamente al pascolo, ruscelli d'acqua, un vero paradiso terrestre con sullo sfondo il massiccio dominante del Pizzo Scalino.

I fantastici alpeggi dei Laghi di Campagneda
I fantastici alpeggi dei Laghi di Campagneda

Alpeggio dei Laghi Campagneda
Alpeggio dei Laghi Campagneda
Rifugio Cà Runcasch
Rifugio Cà Runcasch
Siamo poi saliti verso il Passo di Campagneda ed è durante questa salita che mi è capitato un fatto che mi ha lasciato letteralmente esterrefatto. Il sentiero che sale al passo si inerpica lungo la Valle di Campagneda, a fianco dell'omonimo torrente che, nel suo percorso, forma numerosi piccoli laghetti di montagna, i Laghi di Campagneda, sullo sfondo del Pizzo Scalino.


C'era tanta acqua, bella, fresca, limpida, per cui ad una cascatella decidemmo di riempire le nostre borracce e di berne qualche bel sorso lì, sul posto. Una cosa mai sentita prima. L'acqua sciolta dei ghiacciai, trascinandosi in basso lungo il torrente tra rocce e profumate erbe di montagna, ne aveva assorbito tutti i sapori: non aveva più lo sciapo gusto dell'acqua che siamo abituati a bere - sciapo quando siamo fortunati perché soprattutto l'acqua del rubinetto di casa nostra spesso ha sapori vari che vanno dal ferro al cloro -, ma si era arricchita di tali profumi che sembrava di bere la più saporita e rinomata delle tisana alle erbe aromatiche di montagna, una vera delizia.

Valle Campagneda
Valle Campagneda
Valle Campagneda
Valle Campagneda
L'inaspettata tisaneria della Valle Campagneda
L'inaspettata tisaneria della Valle Campagneda
L'inaspettata tisaneria della Valle Campagneda

Il Passo di Campagneda è un luogo fantastico, un piccolo altopiano dove i confini della Svizzera si incuneano nei territori italiani della provincia di Sondrio; nel silenzio più assoluto rotto solo dai fischi allarmati della sentinella delle Alpi, la marmotta, ci ritroviamo al cospetto di una spettacolare vista sul Ghiacciaio dello Scalino e su tutti i monti circostanti, un luogo meraviglioso dove occorrerebbe piantare la tenda per vivere i giorni lontano dallo stress e dai problemi della vita quotidiana.

Il Passo di Campagneda
Il Passo di Campagneda
Il Passo di Campagneda,  sullo sfondo il Ghiacciaio dello Scalino
Il Passo di Campagneda,
sullo sfondo il Ghiacciaio dello Scalino
Il Ghiacciaio dello Scalino
Il Ghiacciaio dello Scalino
Ora sono in Svizzera...
Ora sono in Italia...
Nuovi sentieri ci attendono
Il Lago di Ur sull'omonimo passo (anche detto Passo della Poschiavina) a 2.516 metri, domina la Valle Poschiavina sul versante italiano ed è fronteggiato dall'Alpe di Ur sul versante svizzero. Noi lo sfioriamo mentre percorriamo il sentiero che, tenendosi alto rispetto alla Valle Poschiavina, ci porterà al Passo Confinale. Lungo il sentiero ci ritroviamo davanti ad una pozza completamente disseminata da un particolare fiore, l'Eriforo chiamato anche Pennacchio di Scheuchzer o più semplicemente Piumino. Questa pianta, unica nel suo genere, genera dei frutti, erroneamente scambiati per fiori, formati da un'unica spiga sferica che dura orgogliosamente a lungo dopo la fioritura come un vistoso e morbido fiocco di cotone. Non è l'unico fiore che ci fermiamo ad ammirare lungo il cammino. Un bel cespuglio di Spillone Alpino ci accoglie festoso, ed ancora più avanti una cascata di fiorellini rosa alla ricerca di un po' di sole, fanno capolino da un cespuglio verde poggiato su un fondo di ghiaia. Un'ultimo sguardo verso il Pizzo Scalino e poi via in direzione del Passo Confinale e del Bivacco Anghileri Rusconi a 2.654 metri di quota. E' lungo questo tragitto che tocco la quota più alta della giornata, 2.752 metri, quando scavalchiamo la catena dei Sassi Bianchi.

La cima ed il ghiacciaio dello Scalino. Al centro il torrente della Valle Poschiavina
La cima ed il ghiacciaio dello Scalino. Al centro il torrente della Valle Poschiavina
Quota 2.752 metri
Quota 2.752 metri
In discesa sullo sfasciume dei Sassi Bianchi sul lato della Valle Confinale
In discesa sullo sfasciume dei Sassi Bianchi
sul lato della Valle Confinale
Bivacco Anghileri e Rusconi a 2.654 metri di quota
Bivacco Anghileri e Rusconi a 2.654 metri di quota
Bivacco Anghileri e Rusconi a 2.654 metri di quota
Bivacco Anghileri e Rusconi a 2.654 metri di quota
L'interno del Bivacco Anghileri e Rusconi
L'interno del Bivacco Anghileri e Rusconi
Il Ghiacciaio della Fellaria orientale
Il Ghiacciaio della Fellaria orientale
Lasciato il bivacco eravamo ormai sulla via del ritorno e tra me e me stavo già ripensando alla emozionante giornata che ormai volgeva al termine; pensavo che quella escursione non avesse più nulla da offrire se non il lungo cammino di rientro. Naturalmente mi sbagliavo. Quando eravamo ormai in vista del Lago dell'Alpe Gera eccoti spuntare alla vista sulla destra, meraviglia delle meraviglie, le Cascate Fellaria.


La bellezza di questo luogo, la tavolozza dei suoi colori, il sordo rumore dell'acqua che scende impetuosa tra le rocce, l'acqua color latte del lago, ti lascia a bocca aperta in un'estasi meravigliosa. Ci sono voluti diversi minuti affinché mi potessi riprendere dall'emozione che tale vista mi aveva provocato. La Terra, il Mondo, l'Italia è veramente un luogo magico nel quale vivere!


A malincuore decidiamo di continuare sulla via del ritorno lasciandoci alle spalle questo meraviglioso paradiso naturale, davanti a noi abbiamo la conca del lago, pochi chilometri ancora e si torna alla "civiltà". Tutto è finito.

Il bacino artificiale del Lago Gera
Il bacino artificiale del Lago Gera

Ed invece no, non appena ci affacciamo dal pianoro che sovrasta la conca dell'Alpe Gembrè questa incredibile escursione mi offre un'ultima spettacolare sorpresa.

Le baite in pietra dell'Alpe di Gembrè
Le baite in pietra dell'Alpe di Gembrè

Sono le baite in pietra dell'Alpe di Gembrè, antiche abitazioni che accoglievano i pastori durante gli alpeggi estivi.


 Sono tornato altre volte nella Valmalenco, sono salito addirittura sul Pizzo Scalino a 3.250 metri di quota ma, senza nulla togliere al resto delle bellissime escursioni che ho fatto negli anni, questa è stata l'escursione che più delle altre ha rapito i miei occhi e la mia mente.
Malgrado tutti i miei timori iniziali, questa escursione si è rivelata facile e mi ha offerto emozioni impossibili da raccontare nel loro complesso. Solo il passaggio sui Sassi Bianchi elevano le difficoltà al grado di Escursionisti Esperti (EE), per il resto si tratta di una camminata rilassante, immersi nella più eccitante meraviglia che la Natura ti possa offrire.

Tra tutte le cose belle che ho visto nel corso del cammino, ho imparato anche una cosa essenziale:
quando hai sete non c'è cosa più buona da bere che un bel sorso di acqua fresca!
Buona montagna a tutti?

clicca su questo link per vedere tutte, ma proprio tutte, le foto che ho scattato durante l'escursione
clicca invece su questo link per scaricare la traccia della mia escursione

Ciao sono Mauro Moscatelli di Piccoli Sentieri.
Benvenuto nel mio blog.
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