Piccoli Sentieri

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sabato 10 giugno 2017

Ho invidiato

Ho invidiato questo piccolo fiore e la pianta che lo ha generato.

Ho invidiato quel suo vivere nel dolce far niente, costantemente accarezzato dai raggi del sole, cullato dal leggero soffio del vento.

Ho invidiato il suo gioire, giorno dopo giorno, della rossa luce del tramonto, della luce  avvolgente di un cielo stellato, della rinfrescante rugiada mattutina, dell'abbraccio luminoso del sole che irrompe da est.





Cosa dite voi? Che sono pazzo ad invidiare un fiore? Ditemi allora. Ditemi quand'è l'ultima volta che vi siete persi in un cielo rosso vermiglio. Ditemi voi quand'è l'ultima volta che avete visto la stella più luminosa squarciare l'oscurità della notte, ditemi voi quando avete
inseguito con lo sguardo il veloce rincorrersi delle nuvole nel cielo, o l'ultima volta che vi siete fermati ad ascoltare il festoso cinguettio degli uccelli.

Io l'ho fatto con gli uomini. Io mi sono fermato ad osservare il genere umano e ho scoperto che vive in un immenso frenetico formicaio, in un'orgia in movimento, in un furioso andirivieni, ognuno immerso nei propri pensieri, stipato in un straordinario ordinato caos, straniero tra stranieri.

Lui, il fiore, invece è lì, tranquillo, tra i suoi simili. Li conosce tutti gli altri fiori suoi vicini, ne conosce i nomi, il carattere, le abitudini. A guardarli lì, tutti insieme, pacifici, sembra di rivedere gli abitanti di un paesino, uno di quei paesini di una volta dove tutti si conoscevano e tutti conoscevano tutto. Ma si uno di quei paesini dove uscivi di casa e ti fermavi a scambiare due chiacchiere con il primo che incontravi, uno di quelli dove le donne si affacciavano alle finestre e si scambiavano i pettegolezzi.

Guardateli, loro son lì, tutto il giorno a chiacchierare, forse del tempo, forse delle stagioni che non sono più quelle di una volta; chissà forse discutono anche del riscaldamento globale e del buco dell'ozono.  E poi a sera, dopo aver accompagnato il sole oltre l'orizzonte, serrano gli infissi, pronti per ricominciare alle prime luci dell'alba, giorno dopo giorno, stagione dopo stagione, all'infinito.

Eh si, io lo invidio quel fiore!




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